"Perché un Best Of? Perché proprio ora? La risposta è chiara e diretta: ho sempre evitato di farlo. Mi sono inventata qualsiasi cosa pure il live di Taormina. Ma dopo quindici anni di confronti artistici forse è arrivato il momento di osare".
CARMEN
Già Natale il tempo vola
L’incalzare di un treno in corsa
Sui vetri e lampadari accesi
Nelle stanze dei ricordi
Ho indossato una faccia nuova
Su un vestito da cerimonia
Ed ho sepolto il desiderio
Intrepido di averti affianco
Allo specchio c’è un’altra donna
Nel cui sguardo non v’è paura
Com’è preziosa la tua assenza
In questa beata ricorrenza
Ad oriente il giorno scalpita
E non tarderà
Guarda l’alba che ci insegna a sorridere
Quasi sembra che ci inviti a rinascere
Tutto inizia, invecchia, cambia forma
Amore tutto si trasforma
L’umore di un sogno col tempo si dimentica
Già Natale il tempo vola
Tutti a tavola che si fredda
Mio padre con la barba finta
Ed un cappello rosso in testa
Ed irrompe impetuosa la vita
Nell’urgenza di prospettiva
Già vedo gli occhi di mio figlio
E i suoi giocattoli per casa
Ad oriente il giorno scalpita
E la notte depone armi ed oscurità
Guarda l’alba che ci insegna a sorridere
Quasi sembra che ci inviti a rinascere
Tutto inizia, invecchia, cambia forma
Amore tutto si trasforma
Persino il dolore più atroce si addomestica
Tutto inizia, invecchia, cambia forma
Amore tutto si trasforma
Nel chiudersi un fiore al tramonto si rigenera
Aveva uno sguardo intenso e diretto,
le dita curate e un sarcasmo congenito,
labbra sottili, armonioso contorno
di denti bianchi e perfetti.
Poche parole, eleganza nei modi,
una lieve cadenza d’oltralpe e dominio di sé.
Gli incontri divennero assidui e frequenti,
nei luoghi e agli orari più insoliti.
Quell’uomo intrigante teneva le redini
con singolare destrezza.
Pochi preamboli quando mi chiese:
“vorresti sposarmi?”, era onesto e sicuro di sé.
Ricordo il giorno del mio matrimonio,
l’abito bianco di seta ed organza,
fiori d’arancio intorno all’altare,
aspettavo il mio sposo con devozione.
La chiesa gremita di gente annoiata
per l’interminabile attesa.
Alle mie spalle sbadigli e commenti
e di lui neanche l’ombra lontana.
Pochi preamboli quando mi chiese:
“vorresti sposarmi?”, era onesto e sicuro di sé.
Ricordo il giorno del mio matrimonio,
l’abito bianco di seta ed organza,
nessuno sposo impaziente all’altare,
soltanto un prete in vistoso imbarazzo.
Ricordo il giorno del mio matrimonio,
l’abito bianco di seta ed organza,
nessuno sposo impaziente all’altare,
soltanto un prete in vistoso imbarazzo.
Ricordo il giorno del mio matrimonio,
l’abito bianco di seta ed organza,
nessuna marcia nuziale,
soltanto il mio tacito requiem
e immenso cordoglio.
Cerchi riparo fraterno conforto
tendi le braccia allo specchio
ti muovi a stento e con guardo severo
biascichi un malinconico Modugno
Di quei violini suonati dal vento
l'ultimo bacio mia dolce bambina
brucia sul viso come gocce di limone
l'eroico coraggio di un feroce addio
ma sono lacrime mentre piove piove
mentre piove piove
mentre piove…
Magica quiete velata indulgenza
dopo l'ingrata tempesta
riprendi fiato e con intenso trasporto
celebri un mite e insolito risveglio
Mille violini suonati dal vento
l'ultimo abbraccio mia amata bambina
nel tenue ricordo di una pioggia d'argento
il senso spietato di un non ritorno
Di quei violini suonati dal vento
l'ultimo bacio mia dolce bambina
brucia sul viso come gocce di limone
l'eroico coraggio di un feroce addio
ma sono lacrime mentre piove piove
mentre piove piove
mentre piove piove
mentre piove…
Ho messo il rossetto rosso in segno di lutto
E un soprabito nero
Era un uomo distinto mio zio.
Madre non piangere, ingoia e dimentica
Le sue mani ingorde tra le mie gambe
Adesso sta in grazia di Dio.
Brava bambina fai la conta
Più punti a chi non si vergogna
Giochiamo a mosca cieca
Che zio ti porta in montagna.
Porgiamo l'estremo saluto ad un animo puro,
Un nobile esempio di padre, di amico e fratello
E sento il disprezzo profondo, i loro occhi addosso
Ho svelato l'ignobile incesto e non mi hanno creduto.
Brava bambina un po' alla volta
Tranquilla, non morde e non scappa
Giochiamo a mosca cieca
Che zio ti porta in vacanza.
Brava bambina fai la conta
Chi cerca prima o poi trova
Gioiuzza fallo ancora
Che zio ti porta alla giostra
Che zio ti porta alla giostra.
Ho messo un rossetto rosso carminio
E sotto il soprabito niente
In onore del mio aguzzino.
Sorde e implacabili sirene
davano il triste annuncio
mentre il tramonto inondava
i viali deserti
gli oscuri presagi
giochi di potere sulla nostra pelle
su quegli uomini armati di romantici ideali
qualunque sia il compenso
non restiturà mai il giusto
saremo pronti a celebrare la vittoria
e brinderemo lietamente sulle nostre rovine
saranno in pochi a riscattarsi dalla povertà
a rallegrarsi della gloria per quanto infinita
L'eco tagliente di sirene
sulle ferite aperte
aspettavamo impotenti gli attacchi nemici
(e) forse per l'ultima volta
giochi di potere sulla nostra pelle
sulle infanzie sciupate, violentate irrimediabilmente
chi pagherà per questo
chi ne porterà il segno
saremo pronti a celebrare la vittoria
e brinderemo lietamente sulle nostre rovine
saranno in pochi a riscattarsi dalla povertà
a rallegrarsi della gloria per quanto infinita
sconfitti e vincenti
ricostruiremo
sconfitti e vincenti
Forse non riuscirò a darti il meglio
più volte hai trovato i miei sforzi inutili
forse non riuscirò a darti il meglio
più volte hai trovato i miei gesti ridicoli
(A) come se non bastasse
l'aver rinunciato a me stessa
come se non bastasse
tutta la forza del mio amore…
(B) e non ho fatto altro che sentirmi sbagliata
ed ho cambiato tutto di me
perché non ero abbastanza
ed ho capito soltanto adesso che avevi… paura
forse non riuscirò a darti il meglio
ma ho fatto i miei conti ed ho scoperto che non possiedo di più
(A)………
e non ho fatto altro che sentirmi sbagliata
ed ho cambiato tutto di me
perché non ero abbastanza
ed ho capito soltanto adesso
(B)………
Sopravissuta a quest'ultima prova
in fondo posso vantarmi
di essere una donna con la D maiuscola
certamente ho fatto tesoro
dei tuoi insegnamenti
e posso ben ben dire
di essere una donna con la D maiuscola
di essere una donna con le carte in regola
D come dannata ingenua
per quanto tempo ho subito i tuoi raggiri
D come dannata ingenua
per quanto tempo hai tramato alle spalle
Ho digerito il boccone amaro
e conosco perfettamente
i tuoi scopi indegni
come nessun'altra
ho sepolto gli sciocchi idealismi infantili
e adesso posso affermare
di essere una donna con la D maiuscola
di essere una donna mediamente isterica
D come dannata ingenua
per quanto tempo ho subito i tuoi raggiri
D come dannata ingenua
per quanto tempo hai tramato alle spalle
D come dannata ingenua
per quanto tempo hai strisciato tra le mie lenzuola
Giuda baciami ancora
finché avrai fiato e vita
fino alla ricompensa
finché avrai fiato e vita
fino alla ricompensa
Finché avrai fiato e vita
fino alla ricompensa
Bésame, Bésame, Bésame, Bésame
D come dannata ingenua
D come dannata ingenua
D come dannata ingenua
Maria Catena attendeva paziente il turno per la comunione
Quella domenica Cristo in croce sembrava più addolorato di altri giorni
il vecchio prelato assolveva quel gregge
da più di vent’anni dai soliti peccati
Cristo in croce sembrava alquanto avvilito
dai vizietti di provincia
Primo fra tutti il ricorso sfrenato
al pettegolezzo imburrato infornato e mangiato
quale prelibatezza e meschina delizia per palati volgari
larghe bocche d’amianto fetide come acque stagnanti
Cristo in croce sembrava
più infastidito dalle infamie che dai chiodi
Maria Catena anche tu
conosci quel nodo che stringe la gola
Quel pianto strozzato da rabbia e amarezza
da colpe che infondo non hai
e stai ancora scontando l’ingiusta condanna
nel triste girone della maldicenza
e ti chiedi se più che un dispetto il tuo nome
sia stato un presagio
Maria Catena non seppe reagire
Al rifiuto del parroco di darle l’ostia
E soffocò nel dolore quel mancato amen
E l’umiliazione
Secondo un antico proverbio
ogni menzogna alla lunga diventa verità
Cristo in croce mostrava
un sorriso indulgente e quasi incredulo
Maria Catena anche tu
conosci quel nodo che stringe la gola
Quel pianto strozzato da rabbia e amarezza
Da colpe che infondo non hai
E stai ancora scontando l’ingiusta condanna
Nel triste girone della maldicenza
E stai ancora scontando l’ingiusta condanna
Nel triste girone della maldicenza
E ti chiedi se più che un dispetto
il tuo nome sia stato un presagio
Guardo una foto di mia madre
era felice avrà avuto tre anni
stringeva al petto una bambola
il regalo più ambito.
Era la festa del suo compleanno
un bianco e nero sbiadito.
Guardo mia madre a quei tempi e rivedo
il mio stesso sorriso.
E pensare a quante volte l'ho sentita lontana
e pensare a quante volte…
Le avrei voluto parlare di me chiederle almeno il perché
dei lunghi ed ostili silenzi e momenti di noncuranza
puntualmente
mi dimostravo inflessibile inaccessibile e fiera
intimamente agguerrita temendo una sciocca rivalità.
Guardo una foto di mia madre
era felice avrà avuto vent'anni
capelli raccolti in un foulard di seta
ed una espressione svanita.
Nitido scorcio degli anni sessanta
di una raggiante Catania
la scruto per filo e per segno e ritrovo
il mio stesso sguardo.
E pensare a quante volte l'ho sentita lontana
e pensare a quante volte…
Le avrei voluto parlare di me chiederle almeno il perché
dei lunghi ed ostili silenzi e di quella arbitraria indolenza
puntualmente
mi dimostravo inflessibile inaccessibile e fiera
intimamente agguerrita temendo l'innata rivalità.
Le avrei voluto parlare di me chiederle almeno il perché…
Le avrei voluto parlare di me chiederle almeno il perché…
Rara la vita in due fatta di lievi gesti,
e affetti di giornata consistenti o no,
bisogna muoversi come ospiti pieni di premure
con delicata attenzione per non disturbare
ed è in certi sguardi che si vede l'infinito
Stridono le auto come bisonti infuriati,
le strade sono praterie
accanto a grattacieli assolati,
come possiamo tenere nascosta la nostra intesa
ed è in certi sguardi che s'intravede l'infinito
Tutto l'universo obbedisce all'amore,
come puoi tenere nascosto un amore.
ed è così che ci trattiene nelle sue catene,
tutto l'universo obbedisce all'amore
Come possiamo tenere nascosta la nostra intesa
ed è in certi sguardi che si nasconde l'infinito
Tutto l'universo obbedisce all'amore
come puoi tenere nascosto un amore,
ed è così che ci trattiene nelle sue catene
tutto l'universo obbedisce all'amore
(obbedisce all'amore)
Tra tutti i giorni in cui potevi partire
Perché hai pensato proprio al lunedì.
Gli uccelli cantano, l’estate è alle porte
tempo di mare e di granite al limone.
Chissà quale fine sarcasmo d’autore
Avresti sfoderato senza giri di parole.
Viva l’Italia, il calcio, il testosterone,
gli inciuci e le buttane in preda all’ormone
a noi ci piace assai la televisione
proprio l’oggetto – dico – esposto in salone
chissà quale amara considerazione
avresti concepito in virtù del pudore.
Mandaci una cartolina e una ridente foto di te
Che prendi il sole sulla spiaggia
Con la solita camicia bianca
Ed il giornale aperto sulla pagina sportiva
Mentre stai sul bagnasciuga
Beato tra le braccia di un tramonto.
Tra tutti i giorni in cui potevi morire
Perché hai pensato proprio al lunedì
Strade caotiche e litigi agli incroci
Quanti cafoni su veicoli osceni
Chissà quale fine sarcasmo d’autore
Avresti sfoderato in questa triste occasione.
Mandaci una cartolina e una ridente foto di te
Che prendi il sole sulla spiaggia
Con la solita camicia bianca
Ed il giornale aperto sulla pagina sportiva
Mentre stai sul bagnasciuga
canticchiando una canzone romantica.
Mandaci una cartolina e una ridente foto di te
Che prendi il sole sulla spiaggia
Con la solita camicia bianca.
Mandaci una cartolina e una ridente foto di te
Mentre stai sul bagnasciuga
E cogli con stupore il nuovo giorno.
Questa notte una lucciola illumina la mia finestra
e dentro un vecchio barattolo
la conserverei
lui diceva il segreto è ascoltare in silenzio
e dentro il cuore di un fiore in città
non fiorire mai
ah ah…
ora che il tempo si è fermato
io sto aspettando
sto aspettando
ora che il tempo si è fermato
io sto aspettando
sto aspettando
Nodi in gola che graffiano le mani bianche del silenzio
e verso un cielo in bottiglia vorrei non guardare mai
ah ah…
ora che il tempo si è fermato io sto aspettando
sto aspettando
ora che il tempo si è fermato io sto aspettando
sto aspettando
Sto aspettando
sto aspettando
sto aspettando
Questa notte una lucciola illumina la mia finestra
e nello scontrino di non so che io raccolgo immagini
Ricordo il freddo massacrante i timidi lamenti della mia gente
ammassati stipati dentro un treno merci
due giorni e due notti senza dormire
e ben presto avremmo smesso di parlare, ben presto
Ricordo il freddo massacrante il giorno che
perdemmo per sempre i nostri figli
affamati, assetati, privati dei nostri vestiti
ed era come ingoiare vetro
(A) e ben presto avremmo smesso di parlare
ben presto avremmo smesso di capire
ed ho imparato a bere sempre un sorso in più
ed ho imparato sempre a bere un sorso in più
di quanto ne avessi realmente bisogno
di quanto ne avessi realmente bisogno
un giorno potrei avere sete
Ricordo il freddo massacrante il timore di affondare
in un letto di carboni ardenti
quale logica o legge di vita potrà mai spiegare
la diabolica impresa di quegli uomini eletti…
(A)………"
Arduo ed insidioso il pendio dell’abbandono
affranto e compassionevole il buon Dio serva inerte
immani ricchezze e miserie
Regnerà sovrano l’oblio
prezioso rimedio all’impotenza ed alla crudeltà di un ignobile addio
inflitto a sorpresa da chi ha giurato lealtà.
Ma un vento caldo annuncerà il risveglio di tempi migliori
Affranto e compassionevole il buon Dio serva inerte
immani ricchezze e miserie
Regnerà sovrano l’oblio
vile ripiego all’impotenza ed alla crudeltà di un ignobile addio
inflitto a sorpresa da chi ha giurato lealtà
Ma un vento caldo annuncerà il risveglio di tempi migliori
Ma un vento caldo annuncerà il risveglio di tempi migliori
Ma un vento caldo plasmerà il rigore di spietati inverni
Amore mio non sempre tutto volge per il verso giusto
Ma non è soltanto a causa del maltempo
se il raccolto è andato perso
Ed è buffo come a volte il tempo scorra meglio del previsto
Un panico incombente ci costringe
ad addomesticare un fervido sorriso
un benessere improvviso
È forse una remota speranza, la felicità
Godersi il sole in dicembre
Non molto lontano da qui nevica
Non molto lontano da qui
La gente escogita affannose corse
In preda all’ansia di tornare al punto di partenza
E dimentica il peso della posta in gioco
E il come quando mentre fuori piove.
Amore mio non è una colpa
Il non saper gestire la gioia
E il fatto di trovarsi a proprio agio
nel dolore e nella rassegnazione
Ed è naturale come a volte ci forziamo d’ignorare
Il gemito costante delle nostre reali inclinazioni
Il margine di errore, di un’incessante sottrazione
È forse una remota speranza, la felicità
Godersi il sole in dicembre
Non molto lontano da qui nevica
Non molto lontano da qui
La gente ostenta oscure stravaganze
in preda all’ansia di stupire
E indossa le sue maschere
E dimentica da qualche parte
quella del coraggio nel momento del rilancio.
Non molto lontano da qui nevica
Non molto lontano da qui nevica
Sorrido raramente
soprattutto negli ultimi tempi
mi accorgo guardandomi
di non essere più la stessa
assisto mio malgrado
ad ignobili riti formali
sopporto le prediche di chi
razzola male e incanta
Sia ben inteso ogni riferimento
sia ben inteso ogni riferimento
non è puramente casuale
non è puramente generico
credimi…
Rispondo vagamente
con sincero e cortese distacco
ai languidi stucchevoli
altruismi di convenienza
mi adeguo gradualmente
ai sottili ricatti morali
mi accorgo guardandoti
di trovarti abbastanza
spregevole
Sia ben inteso ogni riferimento
sia ben inteso ogni riferimento
non è puramente casuale
non è puramente generico
credimi…
Sia ben inteso ogni riferimento
sia ben inteso ogni riferimento
non è puramente casuale
non è puramente generico
credimi…
credimi…
Hai davvero motivo di vergognarti (x 6)
credimi…
credimi…
Soffro nel
vederti infrangere
i principi sui quali era
salda un’esemplare dignità.
Condizione
inammissibile,
la discutibile urgenza
per cui è indispensabile
uniformarsi alla media.
Si dice che ad ogni rinuncia
corrisponda una contropartita
considerevole, ma l’eccezione alla regola
insidia la norma.
Se è vero che ad ogni rinuncia
corrisponde una contropartita
considerevole, privarsi dell’anima comporterebbe
una lauta ricompensa.
Soffro nel
vederti compiere
bizzarre movenze indotte
da un burattinaio scaltro.
Credi sia
una scelta ammirevole
fuggire lo sguardo
severo e vigile
della propria coscienza?
Si dice che ad ogni rinuncia
corrisponda una contropartita
considerevole, ma l’eccezione alla regola
insidia la norma.
Se è vero che ad ogni rinuncia
corrisponde una contropartita
considerevole, privarsi dell’anima comporterebbe
una lauta ricompensa.
Guardami negli occhi
Spogliati da ogni falsità
Quell’aura di purezza tradisce diaboliche anomalie
E sai di cosa sto parlando
di cosa ho bisogno
Eppure avrai il coraggio di chiamare l’evidenza casualità
Bramosia e doppiezza complottano con la più efferata crudeltà
E sai di cosa sto parlando
E che mentire non è il rimedio ad un torto
Piangerai mettendo in scena l’ennesimo dramma
mentre le lacrime corrono sulle tue guance infuocate,
Eva
e giurerai su Dio e su tua madre di non aver colpa
mentre le lacrime corrono
Guardami negli occhi, spogliati da ogni falsità,
Eva
Quell’aura di purezza nasconde diaboliche anomalie
E fuggi quel mostro immondo che hai creato
Quel sonno che non concede riposo
Piangerai mettendo in scena l’ennesimo dramma
Mentre le lacrime corrono sulle tue guance infuocate,
Eva
E giurerai su Dio e su tua madre di non aver colpa
Mentre le lacrime bagnano la tua camicia di seta.
Credetemi è un sortilegio
è l’opera di un incantesimo
non ero padrona delle mie facoltà
E piangerai mettendo in scena l’ennesimo dramma
Mentre le lacrime corrono sulle tue guance infuocate,
Eva
e giurerai su Dio e su tua madre di non aver colpa
Mentre le lacrime corrono
I just can't get you out of my head
Boy your loving is all I think about
I just can't get you out of my head
Boy it's more than I dare to think about
Every night
Every day
Just to be there in your arms
Won't you stay
Won't you lay
Stay forever and ever and ever and ever
La la la
La la la la la
I just can't get you out of my head
Boy your loving is all I think about
I just can't get you out of my head
Boy it's more than I dare to think about.
There's a dark secret in me
Don't leave me locked in your heart
Set me free
Feel the need in me
Set me free
Stay forever and ever and ever and ever
I just can't get you out of my head
Boy your loving is all I think about.
Cercasi avvenente signorina ben fornita e intraprendente
Giovane brillante ma più di ogni altra cosa dolce e consenziente
Cercasi apprendista virtuoso onesto imprenditoregarantista
Offre a donzelle in carriera un’opportunità di ascesa inaudita
Donna giovine e illibata
Aaa cercasi
Donna usata già rodata
Aaa cercasi
Donna sicula o padana, oriunda, clandestina
Vediamo come balli a suon di samba o cha cha cha
A colpo d’occhio sei portata e molto telegenica
Ma forse ti interessa più la musica
Cercasi badante
Un ottantenne miliardario affascinante
Offre a cagne di strada un’opportunità di vita più agiata
Donna impenitente e ladra
Aaa cercasi
Donna santa incensurata
Aaa cercasi
Deceduta il giorno prima basta che sia bbbona
Come baceresti se dovessi fare cinema
Scena prima “ciack motore azione”
E poi si gira
O forse ti interessa la politica
Ministro degli affari a luci rosse o di cosmetica
Al giorno d’oggi tra i due sessi non v’è differenza
Il bel paese premia chi più merita
Come canteresti “anima mia”, “finchè la barca va”
Al primo ascolto sembri assai portata per la lirica
O forse ti interessa l’astrofisica
Narciso parole di burro
si sciolgono sotto l'alito della passione
Narciso trasparenza e mistero
cospargimi di olio mandorle e vanità
modellami…
Raccontami le storie che ami inventare
spaventami
raccontami le nuove esaltanti vittorie
Conquistami inventami dammi un'altra identità
stordiscimi disarmami e infine colpisci
abbracciami ed ubriacami di ironia e sensualità
Narciso parole di burro
nascondono proverbiale egoismo nelle intenzioni
Narciso sublime apparenza
ricoprimi di eleganti premure e sontuosità
ispirami
Raccontami le storie che ami inventare
spaventami
raccontami le nuove esaltanti vittorie
Conquistami inventami dammi un'altra identità
stordiscimi disarmami e infine colpisci
abbracciami ed ubriacami di ironia e sensualità
abbracciami ed ubriacami di ironia e sensualità
Conquistami
Conquistami
Conquistami
L'ho incontrata diverse volte piuttosto ubriaca
la chiamavano contessa miseria
per la sua aridità
era disperatamente sola
alle porte dei sessanta
tristemente avvolta da vistose piume di struzzo e volgari ferraglie
sul muro della sua casa la scritta
contessa miseria
la vita prima o poi
estingue il suo debito
contessa miseria
la vita prima o poi colpisce a sorpresa
Nei suoi occhi il terrore costante del tempo che passa
ed avrebbe dato qualunque cosa per un elisir
di lunga vita
era disperatamente sola
alle porte dei sessanta
dolcemente assorta tra gloriosi ricordi impregnati di ciprie e di rien ne va plus
contessa miseria
la vita prima o poi
estiunge il suo debito
contessa miseria
la vita prima o poi colpisce a sorpresa
senza chiedere
senza preavviso
contessa miseria
la mente ibernata a vent'anni
vittima dell'inganno di questo secolo
che rincorre il mito di forme avvenenti
e di chirurgia estetica
contessa miseria
la mente non cambia
contessa miseria
la mente non cambia
contessa miseria
la mente non cambia
contessa miseria
la mente non cambia
Potrei parlare, discutere, stringere i denti, sorridere
mentire infinitamente dire e ridire inutilità
Mostrare falsa, ipocrita serenità
quando le parole si ribellano
favole, fiumi, mari di perplessità
non c'è una ragione per non provare
quello che sento dentro
un cielo immenso dentro
quello che sento
ho bisogno di stare con te
regalarti le ali di ogni mio pensiero
oltre le vie chiuse in me
voglio aprire il mio cuore a ciò che è vero
Potrei parlare, discutere, stringere i denti, sorridere
soffrire infinitamente trovare un senso all'inutilità
Mostrare falsa, ipocrita serenità
quando le parole si ribellano
favole, fiumi, mari di perplessità
non c'è una ragione per non provare
quello che sento dentro
un cielo immenso dentro
quello che sento
ho bisogno di stare con te
regalarti le ali di ogni mio pensiero
oltre le vie chiuse in me
voglio aprire il mio cuore a ciò che è vero
ho bisogno di stare con te
regalarti le ali di ogni mio pensiero
oltre le vie chiuse in me
voglio aprire il mio cuore a ciò che è vero
Pioggia d’aprile,
sui litorali, desolate
si adagiano
le imbarcazioni dei pescatori.
Pioggia d’aprile,
dalle finestre donne operose
raccolgono
i panni, stesi ad asciugare.
La tanto attesa, calda, stagione
sembra quasi che voglia farsi aspettare…
Nei lunghi e sconfinati inverni,
dolenti e gelidi,
ho simulato un invidiabile
benessere.
Nei lunghi e tormentati inverni,
che adesso volgono al termine,
è stata estranea troppe volte
quella salubre autoironia.
Pioggia d’aprile,
dolci fragranze s’inseguono
e poi si disperdono
lungo il pontile e tra i mandorli in fiore.
La tanto attesa, calda, stagione
sembra quasi che voglia farsi aspettare…
Nei lunghi e sconfinati inverni,
dolenti e gelidi,
ho simulato un invidiabile
benessere.
Nei lunghi e tormentati inverni,
che adesso volgono al termine,
è stata estranea troppe volte
la consuetudine
di sorridere…
Nei lunghi e sconfinati inverni,
dolenti e gelidi,
ho simulato un invidiabile
benessere.
Nei lunghi e sconfinati inverni,
dolenti e gelidi,
ho simulato un invidiabile
benessere.
Pagherà la vittima oppure il carnefice
Vado via son certo che sentirai nostalgia
Sua maestà a corte c'è un branco insaziabile
Vado via stanotte tu sentirai nostalgia
E adesso chissà
Quante volte cambierai l'idea che hai di me
La nostra fiaba piangerà
Quel buon profumo di fertilità
Si può curare l'anima
Allontanandosi ma senza farsi male
Trovava di pessimo gusto
gli eccentrici culturisti dal fiato corto,
le bambole di porcellana adagiate sul letto
tra pizzi e merletti.
Trovava di pessimo gusto
le smanie d’onnipotenza,
quei cani grotteschi in ceramica esposti nell’atrio,
l’indiscrezione, sproloqui gratuiti.
Margherite bianche tra i capelli neri,
Matilde odiava i gatti, gli arrampicatori sociali,
le cravatte verdi, le spiagge affollate.
Matilde odiava i gatti, parenti, vicini e lontani.
Trovava di pessimo gusto
la pornografia occidentale,
il rigore similcattolico,
labbra siliconate ipertrofiche.
Margherite bianche tra i capelli neri,
Matilde odiava i gatti, gli arrampicatori sociali,
le cravatte verdi, le spiagge affollate.
Matilde odiava i gatti, parenti, vicini e lontani.
Margherite bianche tra i capelli neri,
Matilde odiava i gatti, parenti, vicini e lontani.
Matilde odiava il tanfo d’urina,
tipico dei gatti in calore.
Un giorno prese la pistola
dal cassetto e sparò.
Ne colpì uno grigio e lo vide
cadere a terra esanime.
Ma pose fine al proprio dramma
soltanto nel momento in cui
premette il grilletto contro se stessa.
Margherite bianche tra i capelli neri,
Matilde odiava i gatti, gli arrampicatori sociali,
le cravatte verdi, le spiagge affollate.
Matilde odiava i gatti, parenti, vicini e lontani.
Sai benissimo che una goccia inonda il cielo
è così piccolo il mondo che ci osserva
sai benissimo che non chiedo tanto adesso
è così limpido il mare che ci ascolta che ci addormenta
(A) vorrei tentare
vorrei offrirti le mie mani
vorrei tentare
vorrei difendere questo momento
(B) e penso di sentirmi confusa e felice
e penso di sentirmi confusa e felice
e penso di sentirmi…
Ah… ah… ah… ah…
sai benissimo che sto tremando e non c'è freddo
e sono vittima di questa gioia immensa
sai benissimo che nulla può scalfirci adesso
è così fragile il mondo che ci aspetta, che ci spaventa
(A)………
io vorrei tentare ancora
vorrei difendere questo momento
(B)………
confusa e felice
confusa e felice
confusa e felice
sai benissimo che una goccia inonda il cielo
è così piccolo il mondo che ci osserva
Orire ni t'agbado
Orire ni t'agbado
Orire ni t'agbado
Agbado rin hoho wa le
Orire ni t'agbado
Orire ni t'agbado
Orire ni t'agbado
Agbado rin hoho wa le
Ile aye wa
Edje amoura si
Ile aye wa
Itche gbogbo wa ni
Orire ni t'agbado
Orire ni t'agbado
Orire ni t'agbado
Agbado rin hoho wa le
Ile aye wa
Edje amoura si
Ile aye wa
Itche gbogbo wa ni
Più che mai cullami
avvolgimi come un caldo abbraccio
più che mai parlami
nutrimi,
Madre Terra
Orire ni t'agbado
Orire ni t'agbado
Orire ni t'agbado
Agbado rin hoho wa le
Ile aye wa
Edje amoura si
Ile aye wa
Itche gbogbo wa ni
Più che mai cullami
e avvolgimi come un caldo abbraccio
più che mai parlami
nutrimi,
Madre Terra
Le calde notti di agosto
talvolta indossano un sorriso esotico
di un’Africa gioiosa ed intensa
violata, abusata e offesa
materna e fiera
Più che mai cullami
e avvolgimi come un caldo abbraccio
più che mai parlami
nutrimi,
Madre Terra
Orire ni t'agbado
Orire ni t'agbado
Orire ni t'agbado
Agbado rin hoho wa le
Agbado rin hoho wa le
Non sei per nulla obbligato a comprendermi
quasi non sento il bisogno d'insistere
tu che mi offrivi un amore di plastica
ti sei mai chiesto se onesto era illudermi
Ricorda tu sei quello che non c'è quando io piango
tu sei quello che non sa quando è il mio compleanno
quando vago nel buio
ma come posso dare l'anima e riuscire a credere
che tutto sia più o meno facile quando è impossibile
volevo essere più forte di ogni tua perplessità
ma io non posso accontentarmi
se tutto quello che sai darmi è un amore di plastica
Tu sei quel fuoco che stenta ad accendersi
non hai più scuse eppure sai confondermi
ricorda tu sei quello che non c'è quando io piango
tu sei quello che non sa quando è il mio compleanno
quando vago nel buio
ma come posso dare l'anima e riuscire a credere
che tutto sia più o meno facile quando è impossibile
volevo essere più forte di ogni tua perplessità
ma io non posso accontentarmi
se tutto quello che sai darmi è un amore di plastica
Volevo essere più forte di ogni tua perplessità
ma io non posso accontentarmi
se tutto quello che sai darmi è un amore di plastica
ma io non posso accontentarmi
se tutto quello che sai darmi è un amore di plastica
Da tegole e calcinacci
Verso la vita mi affaccio
Indosso il cappotto di mio zio
Soldato scampato alla guerra
Passando tra sfollati e ragazzini in festa
Cerco la mia vecchia casa
I nespoli abbandonati
Una acacia modesta, con un bacio apro la porta
Ed ho in mente la faccia dell’italia
Coi denti stretti e il sangue che cola
Ma il cuore di pietra
Là dove prima vibrava un pianoforte
Soltanto polvere e terra
E mi sembra di udire la voce arsa di anna magnani
Che infonde speranza
Foglie d’ulivo argentate
Raccontano una pasqua lontana
Il tetto che quasi frana
Una rondine giace senza vita
Fra una scarpa e un secchio
Ed ho in mente la faccia dell’italia
La statua grigia e tetra di mazzini
Coi suoi lisi taccuini
Là dove prima vibrava un pianoforte
Soltanto polvere e terra
E mi sembra di udire
La voce arsa di Anna Magnani
Che infonde speranza
Fortunatamente ho ancora il buon senso di mettermi
in discussione
faccio volentieri a meno dei tuoi manuali
sull'autostima
Fortunatamente da giorni è finita la lenta
agonia dei tuoi fiori
sto ancora rimettendo la nostra ultima
cena romantica…
triste, annoiata e asciutta
sarei la tua venere storpia
triste, annoiata e asciutta
io sarei un'inutile preda
(A) vedrai vedrai che alla fine
uno squallido grazie lo avrai, lo avrai
quel sorriso di circostanza
vedrai…
Fortunatamnte ho sempre il difetto
di prendermi poco sul serio
e faccio volentieri a meno
del tuo sesso pratico e del successo…
triste, annoiata e asciutta
sarei la tua venere storpia
triste, annoiata e asciutta
io sarei la tua venere storpia
sarei un'inutile preda…
(A)(x2)………
porto ancora addosso il fumo
delle tue parole, delle tue parole
l'unica cosa che mi hai
lasciato…
triste, annoiata e asciutta sarei la tua venere storpia (x5)
Guardavo le sue mani che stuzzicavano insolenti una rosa finta
ed era così dolce il modo in cui
nascondeva l'imbarazzo
mentre parlava e sorrideva ironicamente
delle proprie sventure teneva gli occhi bassi
Guardavo le sue mani che si intrecciavano
tra i ricami di una tovaglia
riuscivo a stento a trattenere la voglia
di afferrarle, di aggredire il suo dolore
Misto all'incenso il sapore di un pasto frugale
i ricordi storditi dal tempo
pur essendo simile a tante e tante altre persone
era speciale… speciale
Guardavo le sue mani che enfatizzavano
opinioni con eleganza
tra le improvvise somiglianze
simbiotiche intuizioni l'amichevole trasporto
Misto all'incenso il sapore di un pasto frugale
i ricordi sbiaditi dal tempo
pur essendo simile a tante e tante altre persone
era speciale… speciale
Mi lasciavo sedurre dalle sue manie
mi lasciavo sedurre dalle sue manie
mi lasciavo sedurre dalle sue manie
Sugnu sempri alla finestra e viru genti ca furria pà strada
Genti bedda, laria, allegra, mutriusa e siddiata
Genti arripudduta cu li gigghia isati e a vucca stritta
“Turi ho vogghia di quaccosa, un passabocca, un lemonsoda”
Iddu ci arrispunni: “Giusi, quannu ti chiamavi Giuseppina,
eri licca pà broscia cà granita”
“Turi tu n’ha fattu strada e ora che sei grosso imprenditori
t’ha ‘nsignari a classi ‘ntò parrari”
[Sono sempre alla finestra e vedo gente che gira per strada
Gente bella, brutta, allegra, musona e arrabbiata
Gente che ostenta ricchezze, con il sopracciglio alzato e la bocca stretta
“Turi ho voglia di qualcosa, un ‘passabocca’, una lemonsoda”
Lui risponde: “Giusi, quando ti chiamavi Giuseppina eri golosa di
brioche con la granita”
“Turi, ne hai fatta di strada e adesso che sei un grosso imprenditore
devi imparare a parlare con classe”]
Sugnu sempre alla finestra e viru genti spacinnata,
sduvacata ‘nte panchini di la piazza, stuta e adduma a sigaretta,
gente ca s’ancontra e dici “ciao” cu na taliata,
genti ca s’allasca, genti ca s’abbrazza e poi si vasa,
genti ca sa fa stringennu a cinghia, si strapazza e non si pinna,
annunca st’autru ‘nvernu non si canta missa,
genti ca sa fa ‘lliccannu a sadda,
ma ci fa truvari a tavula cunsata a cu cumanna
[Sono sempre alla finestra e vedo gente sfaccendata
Scomposta sulle panchine della piazza, fuma una sigaretta dopo l’altra
Gente che si incontra e dice “ciao” con uno sguardo,
gente che si evita, che si abbraccia e poi si bacia,
gente che stringe la cinghia, fa mille sacrifici
ma non si arrende
perché altrimenti il prossimo inverno non sbarcherà il lunario,
gente che non possiede quasi nulla, ma si prodiga per far
trovare la tavola apparecchiata a chi comanda]
Chi ci aviti di taliari, ‘un aviti autru a cui pinsari
almeno un pocu di chiffari
“Itavinni a travagghiari” vannia ‘n vecchiu indispettitu,
“avemu u picciu arreri o vitru”.
Jù ci dicu “m’ha scusari,
chista è la me casa e staju unni mi pare.
[Ma che avete da guardare,
non avete altro a cui pensare, qualcosa da fare.
“Andate a lavorare” grida un vecchio indispettito
“abbiamo un menagramo dietro il vetro”.
Io rispondo “Mi scusi,
questa è casa mia e sto dove mi pare”]
La domenica mattina dagli altoparlanti della chiesa
a vuci ‘i Patri Coppola n’antrona i casi, trasi dintra l’ossa
“piccaturi rinunciati a ddi piccati di la carni
quannu u riavulu s’affaccia rafforzatevi a mutanna”.
Quannu attagghiu di la chiesa si posteggia un machinone
scinni Saro Branchia detto Re Leone
Patri Coppola balbetta e ammogghia l’omelia cu tri paroli
picchì sua Maestà s’ha fari a comunioni
[La domenica mattina dagli altoparlanti della chiesa
La voce di padre Coppola fa tremare i muri delle case,
entra dentro le ossa
“peccatori rinunciate ai peccati della carne
Quando il diavolo s’affaccia rinforzate le mutande”
Quando accanto alla chiesa si posteggia un macchinone
Scende Saro Branchia detto Re Leone.
Padre Coppola balbetta e chiude l’omelia con tre parole
Perché sua maestà deve far la comunione]
Chi ci aviti di taliari, ‘un aviti autru a cui pinsari
almeno un pocu di chiffari
“Itavinni un pocu a mari”, vannia un vecchiu tintu
“accussì janca mi pariti ‘n spiddu”
Jù ci dicu “m’ha scusari,
ma picchì hati a stari ccà sutta a me casa pà ‘nsultari”
[Ma che avete da guardare,
non avete altro da fare, qualcosa da fare.
“Andate un po’ a mare”, grida un vecchio stronzo
“così bianca sembrate un fantasma”
Io rispondo “Mi scusi,
ma perché vi siete stabilito sotto casa mia, a provocarmi?”]
Sugnu sempri alla finestra e viru a ranni civiltà
ca ha statu, unni Turchi, Ebrei e Cristiani si stringeunu la manu,
tannu si pinsava ca “La diversità è ricchezza”
tempi di biddizza e di puisia, d’amuri e di saggezza
Zoccu ha statu aieri, oggi forsi ca putissi riturnari
si truvamu semi boni di chiantari
‘Nta sta terra ‘i focu e mari oggi sentu ca mi parra u cori
e dici ca li cosi stannu pì canciari
[Sono sempre alla finestra e vedo la grande civiltà che fu,
dove Turchi, Ebrei e Cristiani si stringevano la mano,
allora si pensava “la diversità è ricchezza”,
tempi di bellezza e di poesia, di amore e di saggezza.
Ciò che è stato ieri, oggi forse potrebbe tornare
se troviamo semi buoni da piantare
In questa terra di fuoco e mare
oggi sento dal profondo del mio cuore
che le cose cambieranno]
Chi ci aviti di taliari ‘un aviti autru a cui pinsari,
almeno un poco di chiffari
Itavinni a ballari, ittati quattru sauti e nisciti giustu pì sbariari
Iù ci dicu “Cù piaciri,
c’è qualchi danza streusa ca vuliti cunsigghiari!?”
[Ma che avete da guardare,
non avete altro a cui pensare, qualcosa da fare.
“Andate a ballare, fate quattro salti e uscite,
giusto per distrarvi un po’.”
Io rispondo “Con piacere,
c’è qualche ballo estroso che volete consigliarmi?”].
Guardi in fondo a un buco che rimane spento
le formiche parlano di me
silenzio intorno è facile
distinguere le voci delle nuvole
e in questo silenzio penso al losco tiro muto
riservato alle mie spalle onoratissime
beh!
Perché non parli cosicché potrò stanarti
lingua a sonagli
sputa in bocca ai tuoi fratelli
Forse il sole è timido
non parla al vento di fervori strani nascosti dentro sé
mentre il mare livido rimane appeso sempre sotto il cielo
parlarne è inutile
e in questo silenzio penso al losco tiro muto
riservato alle mie spalle onoratissime
beh!
Perché non parli cosicché potrò stanarti
lingua a sonagli
sputa in bocca ai tuoi fratelli.....
Perché non parli cosicché potrò stanarti
lingua a sonagli
Oderc ni em, oderc ni em
len oim eroma
oderc ni em, oderc ni em
len oim eroma
rep etra, rep etra
is eroum
Sei venuto a convincermi
o a biasimarmi per ciò che non ho ancora imparato
Sei venuto a riprendermi Orfeo malato
dai forza e coraggio al tuo canto eccelso
Portami con te non voltarti
conducimi alla luce del giorno
Portami con te non lasciarmi
Io sono bendata ma sento già il calore
È il momento di svegliarmi
è tempo di rinascere
Sento addosso le tue mani
ed è un caldo richiamo perché
ho bisogno di svegliarmi
prendermi cura di te
Ritorno alla vita…
Sei venuto a difendermi
a liberarmi imponendo oltremodo la tua ostinazione
Sei venuto a riprendermi
eroe distratto da voci che in inducono in tentazione
Portami con te non ascoltarle
conducimi alla luce del giorno
Portami con te non lasciarmi
Il varco è vicino ed io sento già il tepore
È il momento di svegliarmi
è tempo di rinascere
Sento addosso le tue mani
ed è un caldo richiamo perché
ho bisogno di svegliarmi
è il momento di svegliarmi
Ritorno alla vita…
Ritorno alla vita…
Ritorno alla vita…
Ritorno alla vita…
Carissimo signor Tentenna non è facile
assumersi il rischio di una scelta
servirsi addirittura di parole proprie
mimetizzarsi e vivere di luce riflessa
infondo ad acque torbide
tra miseri inganni e menzogne
complessi di inferiorità e
ingombranti manie di grandezza
Signor Tentenna non è motivo di vergogna
il non saper centrare alcun bersaglio
l’aver mancato l’ennesimo colpo irrimediabilmente
e ben poco importa se
tua moglie non fa altro che piangere
ossessionata dal sentore dei tuoi numerosi tradimenti
ingurgita ignoti dolori ed elevate dosi di calmanti
E’ ormai consuetudine, signor Tentenna
perdersi d’animo
non essere all’altezza delle proprie ambizioni
e sgomitare per distinguersi dal branco.
Le ignoranze non trascurabili e il complesso,
una voragine,
la si può occultare nel silenzio
scansando il pericolo di un mite confronto diretto
Signor Tentenna non è motivo di vergogna
il non poter vantare alcun talento
l’aver rincorso l’ennesimo treno inutilmente
e ben poco importa se
tua moglie non fa altro che piangere
ossessionata dal sentore dei tuoi numerosi tradimenti
e infondo non ha tutti i torti
E non è affatto un caso se
amanti, amici e sogni si dileguano
il cane sul balcone aspetta da mesi
il privilegio di una passeggiata eppure
la sera fedelmente esulta al tuo rientro
E ben poco importa se
tua moglie non fa altro che piangere
ossessionata dal sentore dei tuoi numerosi tradimenti
e infondo non ha tutti i torti
E non è affatto un caso se
amanti, amici e sogni si dileguano
il cane sul balcone aspetta da mesi
il privilegio di una carezza
e intanto tua figlia ti chiede
perché mai sia così misera la vita
Sopporterei ciò che più mi offende
assisto a quei gesti guidati dalla tua stupidità
sopporterei ciò che più mi uccide
saprei restare comunque fedele a me stessa
(A) viscidi sorrisi non riscaldano
tra bene male ho già deciso
in fondo sai che le apparenze non m'ingannano
mi hai soltanto strappato un po' di silenzio…
facile risponderti che puoi prenderti tutto quello che vuoi
mi hai soltanto strappato un po' di silenzio
soltanto strappato un po' di silenzio
hai soltanto sprecato il tuo nobile fiato………
sopporterei ciò che più mi offende
saprei restare comunque fedele a me stessa
(A)………
mi hai soltanto strappato un po' di silenzio
soltanto strappato un po' di silenzio
soltanto strappato un po' di silenzio
soltanto strappato un po' di silenzio
mi hai soltanto strappato un po' di silenzio
soltanto strappato un po' di silenzio
soltanto strappato un po' di silenzio
soltanto sprecato il tuo nobile fiato...
Je suis venue te dire que je m’en vais
Et tes lames n’y pourront rien changer
Comme dit si bien verlaine au vent mauvais
Je suis veneu te dire que je m’en vais
Je suis venue te dire que je m’en vais
Tes sanglots longs n’y pourront rien changer
Comme dit si bien verlaine au vent mauvais
Je suis veneu te dire que je m’en vais
Tu t’souviens des jours anciens et tu pleures
Tu soffoques, tu blémis à présent qu’à sonné l’heure
Des adieux à jamais (ouais)
Je suis venue te dire que je m’en vais
Je suis venue te dire que je m’en vais
Tes sanglots longs n’y pourront rien changer
Comme dit si bien verlaine au vent mauvais
Je suis venue te dire que je m’en vais
Tu t’souviens des jours anciens et tu pleures
Tu soffoques, tu blémis à présent qu’à sonné l’heure
Des adieux à jamais (ouais)
Je suis venue te dire que je m’en vais
Je t’aimais, oui, mais
Je suis venue te dire que je m’en vais
Je suis venue te dire que je m’en vais
Je t’aimais, oui, mais
Da un'idea di Francesco Barbaro e Carmen Consoli.
Produzione esecutiva: Salvo Noto per Narciso Records
Masterizzato da Fabrizio De Carolis al Reference Mastering Studio di Roma
Foto: Paolo Leone
Progetto grafico: Alberto Bettinetti [zanzara]
Stylist: Sarah Grittini
Hair Stylist: Salvo Filetti per Compagnia della Bellezza
Make-up Artist: Luciano Squeo
(P) 2010 Universal Music Italia srl
(C) 2010 Universal Music Italia srl
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