“Sono riconoscente a MTV per la collaborazione, e in definitiva un concerto inedito è meglio di vecchi brani già conosciutissimi e appiattiti con la rimasterizzazione.”
Fortunatamente ho ancora il buon senso di mettermi
in discussione
faccio volentieri a meno dei tuoi manuali
sull'autostima
Fortunatamente da giorni è finita la lenta
agonia dei tuoi fiori
sto ancora rimettendo la nostra ultima
cena romantica…
triste, annoiata e asciutta
sarei la tua venere storpia
triste, annoiata e asciutta
io sarei un'inutile preda
(A) vedrai vedrai che alla fine
uno squallido grazie lo avrai, lo avrai
quel sorriso di circostanza
vedrai…
Fortunatamnte ho sempre il difetto
di prendermi poco sul serio
e faccio volentieri a meno
del tuo sesso pratico e del successo…
triste, annoiata e asciutta
sarei la tua venere storpia
triste, annoiata e asciutta
io sarei la tua venere storpia
sarei un'inutile preda…
(A)(x2)………
porto ancora addosso il fumo
delle tue parole, delle tue parole
l'unica cosa che mi hai
lasciato…
triste, annoiata e asciutta sarei la tua venere storpia (x5)
Narciso parole di burro
si sciolgono sotto l'alito della passione
Narciso trasparenza e mistero
cospargimi di olio mandorle e vanità
modellami…
Raccontami le storie che ami inventare
spaventami
raccontami le nuove esaltanti vittorie
Conquistami inventami dammi un'altra identità
stordiscimi disarmami e infine colpisci
abbracciami ed ubriacami di ironia e sensualità
Narciso parole di burro
nascondono proverbiale egoismo nelle intenzioni
Narciso sublime apparenza
ricoprimi di eleganti premure e sontuosità
ispirami
Raccontami le storie che ami inventare
spaventami
raccontami le nuove esaltanti vittorie
Conquistami inventami dammi un'altra identità
stordiscimi disarmami e infine colpisci
abbracciami ed ubriacami di ironia e sensualità
abbracciami ed ubriacami di ironia e sensualità
Conquistami
Conquistami
Conquistami
Vigilia di Natale,
un giorno come gli altri,
una tazza di latte caldo e
nessun regalo da scartare.
Auguri professore e
Felice anno nuovo,
d’un tratto un indecifrabile
imbarazzo colmava i suoi occhi.
Vigilia di Natale
e i cori polifonici
trainati dal vento,
sii laudato o mio signore.
Gli addobbi per le strade,
i presepi viventi,
d’un tratto un senso di sconforto
misto a frustrazione, colmava i suoi occhi.
Ed avrebbe voluto
trovare al suo fianco
una compagna premurosa
e amabile.
Ed avrebbe voluto
sentire il calore
di un altro corpo sotto
le coperte.
Vigilia di Natale,
un albero spoglio,
uno sguardo fugace a
vecchi testi di filosofia.
Auguri professore e
felice anno nuovo
d’un tratto uno spietato senso
d’insoddisfazione colmava i suoi occhi.
Ed avrebbe voluto
trovare al suo fianco
una compagna premurosa
e amabile.
Ed avrebbe voluto
sentire il calore
di un altro corpo sotto
le coperte.
Soffro nel
vederti infrangere
i principi sui quali era
salda un’esemplare dignità.
Condizione
inammissibile,
la discutibile urgenza
per cui è indispensabile
uniformarsi alla media.
Si dice che ad ogni rinuncia
corrisponda una contropartita
considerevole, ma l’eccezione alla regola
insidia la norma.
Se è vero che ad ogni rinuncia
corrisponde una contropartita
considerevole, privarsi dell’anima comporterebbe
una lauta ricompensa.
Soffro nel
vederti compiere
bizzarre movenze indotte
da un burattinaio scaltro.
Credi sia
una scelta ammirevole
fuggire lo sguardo
severo e vigile
della propria coscienza?
Si dice che ad ogni rinuncia
corrisponda una contropartita
considerevole, ma l’eccezione alla regola
insidia la norma.
Se è vero che ad ogni rinuncia
corrisponde una contropartita
considerevole, privarsi dell’anima comporterebbe
una lauta ricompensa.
Pioggia d’aprile,
sui litorali, desolate
si adagiano
le imbarcazioni dei pescatori.
Pioggia d’aprile,
dalle finestre donne operose
raccolgono
i panni, stesi ad asciugare.
La tanto attesa, calda, stagione
sembra quasi che voglia farsi aspettare…
Nei lunghi e sconfinati inverni,
dolenti e gelidi,
ho simulato un invidiabile
benessere.
Nei lunghi e tormentati inverni,
che adesso volgono al termine,
è stata estranea troppe volte
quella salubre autoironia.
Pioggia d’aprile,
dolci fragranze s’inseguono
e poi si disperdono
lungo il pontile e tra i mandorli in fiore.
La tanto attesa, calda, stagione
sembra quasi che voglia farsi aspettare…
Nei lunghi e sconfinati inverni,
dolenti e gelidi,
ho simulato un invidiabile
benessere.
Nei lunghi e tormentati inverni,
che adesso volgono al termine,
è stata estranea troppe volte
la consuetudine
di sorridere…
Nei lunghi e sconfinati inverni,
dolenti e gelidi,
ho simulato un invidiabile
benessere.
Nei lunghi e sconfinati inverni,
dolenti e gelidi,
ho simulato un invidiabile
benessere.
Masinu cugghieva a cirasa,
“teni a cura ca sciddichi”,
vanniava a soggira.
Iddu pinsava megghiu ca mi
spicciu picchì m’a ittau.
“Si misu jautu e a scala non teni,
scinni Masinu di l’avvuru, alleggiu”
“Si misu jautu e a scala non teni,
scinni Masinu di l’avvuru, alleggiu”
A soggira, vistuta di nivuru,
sutta ‘o picu d’o suli schigghiava:
“Masinu a cura si caschi
t’acciunchi”. Iddu pinsava:
“‘cch’è beddu stu trivulu”.
“Si misu jautu e a scala non teni,
scinni Masinu di l’avvuru, alleggiu”
“Si misu jautu e a scala non teni,
scinni Masinu di l’avvuru, alleggiu”
“Si misu jautu e a scala non teni,
scinni Masinu di l’avvuru, alleggiu”
“Si misu jautu e a scala non teni,
scinni Masinu di l’avvuru, alleggiu”
Tra u picciu da soggira
e ‘ntra ca era misu mali,
a scala si ruppi, …(si rumpiu a scala)
ma iddu arristau appinnutu
‘nda l’avvuru e a bedda
cirasa arrivau n’terra.
…a bedda cirasa russa e duci.
…a bedda cirasa russa e duci.
Aveva uno sguardo intenso e diretto,
le dita curate e un sarcasmo congenito,
labbra sottili, armonioso contorno
di denti bianchi e perfetti.
Poche parole, eleganza nei modi,
una lieve cadenza d’oltralpe e dominio di sé.
Gli incontri divennero assidui e frequenti,
nei luoghi e agli orari più insoliti.
Quell’uomo intrigante teneva le redini
con singolare destrezza.
Pochi preamboli quando mi chiese:
“vorresti sposarmi?”, era onesto e sicuro di sé.
Ricordo il giorno del mio matrimonio,
l’abito bianco di seta ed organza,
fiori d’arancio intorno all’altare,
aspettavo il mio sposo con devozione.
La chiesa gremita di gente annoiata
per l’interminabile attesa.
Alle mie spalle sbadigli e commenti
e di lui neanche l’ombra lontana.
Pochi preamboli quando mi chiese:
“vorresti sposarmi?”, era onesto e sicuro di sé.
Ricordo il giorno del mio matrimonio,
l’abito bianco di seta ed organza,
nessuno sposo impaziente all’altare,
soltanto un prete in vistoso imbarazzo.
Ricordo il giorno del mio matrimonio,
l’abito bianco di seta ed organza,
nessuno sposo impaziente all’altare,
soltanto un prete in vistoso imbarazzo.
Ricordo il giorno del mio matrimonio,
l’abito bianco di seta ed organza,
nessuna marcia nuziale,
soltanto il mio tacito requiem
e immenso cordoglio.
Trovava di pessimo gusto
gli eccentrici culturisti dal fiato corto,
le bambole di porcellana adagiate sul letto
tra pizzi e merletti.
Trovava di pessimo gusto
le smanie d’onnipotenza,
quei cani grotteschi in ceramica esposti nell’atrio,
l’indiscrezione, sproloqui gratuiti.
Margherite bianche tra i capelli neri,
Matilde odiava i gatti, gli arrampicatori sociali,
le cravatte verdi, le spiagge affollate.
Matilde odiava i gatti, parenti, vicini e lontani.
Trovava di pessimo gusto
la pornografia occidentale,
il rigore similcattolico,
labbra siliconate ipertrofiche.
Margherite bianche tra i capelli neri,
Matilde odiava i gatti, gli arrampicatori sociali,
le cravatte verdi, le spiagge affollate.
Matilde odiava i gatti, parenti, vicini e lontani.
Margherite bianche tra i capelli neri,
Matilde odiava i gatti, parenti, vicini e lontani.
Matilde odiava il tanfo d’urina,
tipico dei gatti in calore.
Un giorno prese la pistola
dal cassetto e sparò.
Ne colpì uno grigio e lo vide
cadere a terra esanime.
Ma pose fine al proprio dramma
soltanto nel momento in cui
premette il grilletto contro se stessa.
Margherite bianche tra i capelli neri,
Matilde odiava i gatti, gli arrampicatori sociali,
le cravatte verdi, le spiagge affollate.
Matilde odiava i gatti, parenti, vicini e lontani.
Sopporterei ciò che più mi offende
assisto a quei gesti guidati dalla tua stupidità
sopporterei ciò che più mi uccide
saprei restare comunque fedele a me stessa
(A) viscidi sorrisi non riscaldano
tra bene male ho già deciso
in fondo sai che le apparenze non m'ingannano
mi hai soltanto strappato un po' di silenzio…
facile risponderti che puoi prenderti tutto quello che vuoi
mi hai soltanto strappato un po' di silenzio
soltanto strappato un po' di silenzio
hai soltanto sprecato il tuo nobile fiato………
sopporterei ciò che più mi offende
saprei restare comunque fedele a me stessa
(A)………
mi hai soltanto strappato un po' di silenzio
soltanto strappato un po' di silenzio
soltanto strappato un po' di silenzio
soltanto strappato un po' di silenzio
mi hai soltanto strappato un po' di silenzio
soltanto strappato un po' di silenzio
soltanto strappato un po' di silenzio
soltanto sprecato il tuo nobile fiato...
Sopravissuta a quest'ultima prova
in fondo posso vantarmi
di essere una donna con la D maiuscola
certamente ho fatto tesoro
dei tuoi insegnamenti
e posso ben ben dire
di essere una donna con la D maiuscola
di essere una donna con le carte in regola
D come dannata ingenua
per quanto tempo ho subito i tuoi raggiri
D come dannata ingenua
per quanto tempo hai tramato alle spalle
Ho digerito il boccone amaro
e conosco perfettamente
i tuoi scopi indegni
come nessun'altra
ho sepolto gli sciocchi idealismi infantili
e adesso posso affermare
di essere una donna con la D maiuscola
di essere una donna mediamente isterica
D come dannata ingenua
per quanto tempo ho subito i tuoi raggiri
D come dannata ingenua
per quanto tempo hai tramato alle spalle
D come dannata ingenua
per quanto tempo hai strisciato tra le mie lenzuola
Giuda baciami ancora
finché avrai fiato e vita
fino alla ricompensa
finché avrai fiato e vita
fino alla ricompensa
Finché avrai fiato e vita
fino alla ricompensa
Bésame, Bésame, Bésame, Bésame
D come dannata ingenua
D come dannata ingenua
D come dannata ingenua
Cerchi riparo fraterno conforto
tendi le braccia allo specchio
ti muovi a stento e con guardo severo
biascichi un malinconico Modugno
Di quei violini suonati dal vento
l'ultimo bacio mia dolce bambina
brucia sul viso come gocce di limone
l'eroico coraggio di un feroce addio
ma sono lacrime mentre piove piove
mentre piove piove
mentre piove…
Magica quiete velata indulgenza
dopo l'ingrata tempesta
riprendi fiato e con intenso trasporto
celebri un mite e insolito risveglio
Mille violini suonati dal vento
l'ultimo abbraccio mia amata bambina
nel tenue ricordo di una pioggia d'argento
il senso spietato di un non ritorno
Di quei violini suonati dal vento
l'ultimo bacio mia dolce bambina
brucia sul viso come gocce di limone
l'eroico coraggio di un feroce addio
ma sono lacrime mentre piove piove
mentre piove piove
mentre piove piove
mentre piove…
Guardo una foto di mia madre
era felice avrà avuto tre anni
stringeva al petto una bambola
il regalo più ambito.
Era la festa del suo compleanno
un bianco e nero sbiadito.
Guardo mia madre a quei tempi e rivedo
il mio stesso sorriso.
E pensare a quante volte l'ho sentita lontana
e pensare a quante volte…
Le avrei voluto parlare di me chiederle almeno il perché
dei lunghi ed ostili silenzi e momenti di noncuranza
puntualmente
mi dimostravo inflessibile inaccessibile e fiera
intimamente agguerrita temendo una sciocca rivalità.
Guardo una foto di mia madre
era felice avrà avuto vent'anni
capelli raccolti in un foulard di seta
ed una espressione svanita.
Nitido scorcio degli anni sessanta
di una raggiante Catania
la scruto per filo e per segno e ritrovo
il mio stesso sguardo.
E pensare a quante volte l'ho sentita lontana
e pensare a quante volte…
Le avrei voluto parlare di me chiederle almeno il perché
dei lunghi ed ostili silenzi e di quella arbitraria indolenza
puntualmente
mi dimostravo inflessibile inaccessibile e fiera
intimamente agguerrita temendo l'innata rivalità.
Le avrei voluto parlare di me chiederle almeno il perché…
Le avrei voluto parlare di me chiederle almeno il perché…
Sai benissimo che una goccia inonda il cielo
è così piccolo il mondo che ci osserva
sai benissimo che non chiedo tanto adesso
è così limpido il mare che ci ascolta che ci addormenta
(A) vorrei tentare
vorrei offrirti le mie mani
vorrei tentare
vorrei difendere questo momento
(B) e penso di sentirmi confusa e felice
e penso di sentirmi confusa e felice
e penso di sentirmi…
Ah… ah… ah… ah…
sai benissimo che sto tremando e non c'è freddo
e sono vittima di questa gioia immensa
sai benissimo che nulla può scalfirci adesso
è così fragile il mondo che ci aspetta, che ci spaventa
(A)………
io vorrei tentare ancora
vorrei difendere questo momento
(B)………
confusa e felice
confusa e felice
confusa e felice
sai benissimo che una goccia inonda il cielo
è così piccolo il mondo che ci osserva
Potrei parlare, discutere, stringere i denti, sorridere
mentire infinitamente dire e ridire inutilità
Mostrare falsa, ipocrita serenità
quando le parole si ribellano
favole, fiumi, mari di perplessità
non c'è una ragione per non provare
quello che sento dentro
un cielo immenso dentro
quello che sento
ho bisogno di stare con te
regalarti le ali di ogni mio pensiero
oltre le vie chiuse in me
voglio aprire il mio cuore a ciò che è vero
Potrei parlare, discutere, stringere i denti, sorridere
soffrire infinitamente trovare un senso all'inutilità
Mostrare falsa, ipocrita serenità
quando le parole si ribellano
favole, fiumi, mari di perplessità
non c'è una ragione per non provare
quello che sento dentro
un cielo immenso dentro
quello che sento
ho bisogno di stare con te
regalarti le ali di ogni mio pensiero
oltre le vie chiuse in me
voglio aprire il mio cuore a ciò che è vero
ho bisogno di stare con te
regalarti le ali di ogni mio pensiero
oltre le vie chiuse in me
voglio aprire il mio cuore a ciò che è vero
Non sei per nulla obbligato a comprendermi
quasi non sento il bisogno d'insistere
tu che mi offrivi un amore di plastica
ti sei mai chiesto se onesto era illudermi
Ricorda tu sei quello che non c'è quando io piango
tu sei quello che non sa quando è il mio compleanno
quando vago nel buio
ma come posso dare l'anima e riuscire a credere
che tutto sia più o meno facile quando è impossibile
volevo essere più forte di ogni tua perplessità
ma io non posso accontentarmi
se tutto quello che sai darmi è un amore di plastica
Tu sei quel fuoco che stenta ad accendersi
non hai più scuse eppure sai confondermi
ricorda tu sei quello che non c'è quando io piango
tu sei quello che non sa quando è il mio compleanno
quando vago nel buio
ma come posso dare l'anima e riuscire a credere
che tutto sia più o meno facile quando è impossibile
volevo essere più forte di ogni tua perplessità
ma io non posso accontentarmi
se tutto quello che sai darmi è un amore di plastica
Volevo essere più forte di ogni tua perplessità
ma io non posso accontentarmi
se tutto quello che sai darmi è un amore di plastica
ma io non posso accontentarmi
se tutto quello che sai darmi è un amore di plastica
I just can't get you out of my head
Boy your loving is all I think about
I just can't get you out of my head
Boy it's more than I dare to think about
Every night
Every day
Just to be there in your arms
Won't you stay
Won't you lay
Stay forever and ever and ever and ever
La la la
La la la la la
I just can't get you out of my head
Boy your loving is all I think about
I just can't get you out of my head
Boy it's more than I dare to think about.
There's a dark secret in me
Don't leave me locked in your heart
Set me free
Feel the need in me
Set me free
Stay forever and ever and ever and ever
I just can't get you out of my head
Boy your loving is all I think about.
Prodotto da Francesco Barbaro e Maurizio Nicotra
Produzione artistica: Carmen Consoli e Massimo Roccaforte
Arrangiamenti: Carmen Consoli, Massimo Roccaforte, Santi Pulvirenti, Leandro Misuriello, Puccio Panettieri e Maurizio Nicotra
Band:
Carmen Consoli: chitarra acustica, chitarra elettrica, voce
Massimo Roccaforte: chitarra elettrica, mandolino, cori
Santi Pulvirenti: chitarra elettrica, cori
Leandro Misuriello: basso
Puccio Panettieri: batteria e percussioni
Archi:
Elena Majoni: violino
Giannina Guazzaroni: violino
Eszter Nagypal: violoncello
Rita Turriti: viola
Registrato in “presa diretta” da Maurizio Nicotra il 22 e il 23 ottobre 2002
Masterizzato da Antonio Baglio, Nautilus Mastering Milano