È la prima video compilation di Carmen pubblicata un anno dopo l'uscita della raccolta omonima. Oltre ai video musicali più famosi vi sono presenti anche 4 canzoni dal vivo all' Anfiteatro di Taormina e 3 tratti dal tour del 2006 dell'album Eva contro Eva, registrati a Milano.
Non sei per nulla obbligato a comprendermi
quasi non sento il bisogno d'insistere
tu che mi offrivi un amore di plastica
ti sei mai chiesto se onesto era illudermi
Ricorda tu sei quello che non c'è quando io piango
tu sei quello che non sa quando è il mio compleanno
quando vago nel buio
ma come posso dare l'anima e riuscire a credere
che tutto sia più o meno facile quando è impossibile
volevo essere più forte di ogni tua perplessità
ma io non posso accontentarmi
se tutto quello che sai darmi è un amore di plastica
Tu sei quel fuoco che stenta ad accendersi
non hai più scuse eppure sai confondermi
ricorda tu sei quello che non c'è quando io piango
tu sei quello che non sa quando è il mio compleanno
quando vago nel buio
ma come posso dare l'anima e riuscire a credere
che tutto sia più o meno facile quando è impossibile
volevo essere più forte di ogni tua perplessità
ma io non posso accontentarmi
se tutto quello che sai darmi è un amore di plastica
Volevo essere più forte di ogni tua perplessità
ma io non posso accontentarmi
se tutto quello che sai darmi è un amore di plastica
ma io non posso accontentarmi
se tutto quello che sai darmi è un amore di plastica
Guardi in fondo a un buco che rimane spento
le formiche parlano di me
silenzio intorno è facile
distinguere le voci delle nuvole
e in questo silenzio penso al losco tiro muto
riservato alle mie spalle onoratissime
beh!
Perché non parli cosicché potrò stanarti
lingua a sonagli
sputa in bocca ai tuoi fratelli
Forse il sole è timido
non parla al vento di fervori strani nascosti dentro sé
mentre il mare livido rimane appeso sempre sotto il cielo
parlarne è inutile
e in questo silenzio penso al losco tiro muto
riservato alle mie spalle onoratissime
beh!
Perché non parli cosicché potrò stanarti
lingua a sonagli
sputa in bocca ai tuoi fratelli.....
Perché non parli cosicché potrò stanarti
lingua a sonagli
Sopravissuta a quest'ultima prova
in fondo posso vantarmi
di essere una donna con la D maiuscola
certamente ho fatto tesoro
dei tuoi insegnamenti
e posso ben ben dire
di essere una donna con la D maiuscola
di essere una donna con le carte in regola
D come dannata ingenua
per quanto tempo ho subito i tuoi raggiri
D come dannata ingenua
per quanto tempo hai tramato alle spalle
Ho digerito il boccone amaro
e conosco perfettamente
i tuoi scopi indegni
come nessun'altra
ho sepolto gli sciocchi idealismi infantili
e adesso posso affermare
di essere una donna con la D maiuscola
di essere una donna mediamente isterica
D come dannata ingenua
per quanto tempo ho subito i tuoi raggiri
D come dannata ingenua
per quanto tempo hai tramato alle spalle
D come dannata ingenua
per quanto tempo hai strisciato tra le mie lenzuola
Giuda baciami ancora
finché avrai fiato e vita
fino alla ricompensa
finché avrai fiato e vita
fino alla ricompensa
Finché avrai fiato e vita
fino alla ricompensa
Bésame, Bésame, Bésame, Bésame
D come dannata ingenua
D come dannata ingenua
D come dannata ingenua
Sorde e implacabili sirene
davano il triste annuncio
mentre il tramonto inondava
i viali deserti
gli oscuri presagi
giochi di potere sulla nostra pelle
su quegli uomini armati di romantici ideali
qualunque sia il compenso
non restiturà mai il giusto
saremo pronti a celebrare la vittoria
e brinderemo lietamente sulle nostre rovine
saranno in pochi a riscattarsi dalla povertà
a rallegrarsi della gloria per quanto infinita
L'eco tagliente di sirene
sulle ferite aperte
aspettavamo impotenti gli attacchi nemici
(e) forse per l'ultima volta
giochi di potere sulla nostra pelle
sulle infanzie sciupate, violentate irrimediabilmente
chi pagherà per questo
chi ne porterà il segno
saremo pronti a celebrare la vittoria
e brinderemo lietamente sulle nostre rovine
saranno in pochi a riscattarsi dalla povertà
a rallegrarsi della gloria per quanto infinita
sconfitti e vincenti
ricostruiremo
sconfitti e vincenti
Lentamente tra una pagina e l'altra di un libro qualunque
ingannavo l'attesa già settembre poche voci distanti e
un autunno distratto al di là dei vetri
quasi speravo che non arrivassi più
quasi credevo che non mi mancassi eppure stavo aspettando
Distrarsi sembrava piuttosto facile
credevo di sopportare la tua indifferenza
cercando pretesti e rimedi inutili
eri tu quel tasto dolente eri tu autunno dolciastro eri tu
Freddamente valutavo i miei limiti
i gesti avventati le frequenti rinunce
era tardi e bruciavano gli occhi fissavo il soffitto
il mio letto disfatto
quasi speravo che non arrivassi più
quasi credevo che non mi mancassi eppure stavo aspettando
Distrarsi sembrava piuttosto facile
credevo di sopportare la tua indifferenza
cercando pretesti e rimedi inutili
credevo di soffocare la mia insofferenza
eri tu quel tasto dolente eri tu autunno dolciastro
eri tu quel tasto dolente eri tu autunno dolciastro
autunno dolciastro… (x 4)
autunno
autunno dolciastro…
Narciso parole di burro
si sciolgono sotto l'alito della passione
Narciso trasparenza e mistero
cospargimi di olio mandorle e vanità
modellami…
Raccontami le storie che ami inventare
spaventami
raccontami le nuove esaltanti vittorie
Conquistami inventami dammi un'altra identità
stordiscimi disarmami e infine colpisci
abbracciami ed ubriacami di ironia e sensualità
Narciso parole di burro
nascondono proverbiale egoismo nelle intenzioni
Narciso sublime apparenza
ricoprimi di eleganti premure e sontuosità
ispirami
Raccontami le storie che ami inventare
spaventami
raccontami le nuove esaltanti vittorie
Conquistami inventami dammi un'altra identità
stordiscimi disarmami e infine colpisci
abbracciami ed ubriacami di ironia e sensualità
abbracciami ed ubriacami di ironia e sensualità
Conquistami
Conquistami
Conquistami
Cerchi riparo fraterno conforto
tendi le braccia allo specchio
ti muovi a stento e con guardo severo
biascichi un malinconico Modugno
Di quei violini suonati dal vento
l'ultimo bacio mia dolce bambina
brucia sul viso come gocce di limone
l'eroico coraggio di un feroce addio
ma sono lacrime mentre piove piove
mentre piove piove
mentre piove…
Magica quiete velata indulgenza
dopo l'ingrata tempesta
riprendi fiato e con intenso trasporto
celebri un mite e insolito risveglio
Mille violini suonati dal vento
l'ultimo abbraccio mia amata bambina
nel tenue ricordo di una pioggia d'argento
il senso spietato di un non ritorno
Di quei violini suonati dal vento
l'ultimo bacio mia dolce bambina
brucia sul viso come gocce di limone
l'eroico coraggio di un feroce addio
ma sono lacrime mentre piove piove
mentre piove piove
mentre piove piove
mentre piove…
Soffro nel
vederti infrangere
i principi sui quali era
salda un’esemplare dignità.
Condizione
inammissibile,
la discutibile urgenza
per cui è indispensabile
uniformarsi alla media.
Si dice che ad ogni rinuncia
corrisponda una contropartita
considerevole, ma l’eccezione alla regola
insidia la norma.
Se è vero che ad ogni rinuncia
corrisponde una contropartita
considerevole, privarsi dell’anima comporterebbe
una lauta ricompensa.
Soffro nel
vederti compiere
bizzarre movenze indotte
da un burattinaio scaltro.
Credi sia
una scelta ammirevole
fuggire lo sguardo
severo e vigile
della propria coscienza?
Si dice che ad ogni rinuncia
corrisponda una contropartita
considerevole, ma l’eccezione alla regola
insidia la norma.
Se è vero che ad ogni rinuncia
corrisponde una contropartita
considerevole, privarsi dell’anima comporterebbe
una lauta ricompensa.
Aveva uno sguardo intenso e diretto,
le dita curate e un sarcasmo congenito,
labbra sottili, armonioso contorno
di denti bianchi e perfetti.
Poche parole, eleganza nei modi,
una lieve cadenza d’oltralpe e dominio di sé.
Gli incontri divennero assidui e frequenti,
nei luoghi e agli orari più insoliti.
Quell’uomo intrigante teneva le redini
con singolare destrezza.
Pochi preamboli quando mi chiese:
“vorresti sposarmi?”, era onesto e sicuro di sé.
Ricordo il giorno del mio matrimonio,
l’abito bianco di seta ed organza,
fiori d’arancio intorno all’altare,
aspettavo il mio sposo con devozione.
La chiesa gremita di gente annoiata
per l’interminabile attesa.
Alle mie spalle sbadigli e commenti
e di lui neanche l’ombra lontana.
Pochi preamboli quando mi chiese:
“vorresti sposarmi?”, era onesto e sicuro di sé.
Ricordo il giorno del mio matrimonio,
l’abito bianco di seta ed organza,
nessuno sposo impaziente all’altare,
soltanto un prete in vistoso imbarazzo.
Ricordo il giorno del mio matrimonio,
l’abito bianco di seta ed organza,
nessuno sposo impaziente all’altare,
soltanto un prete in vistoso imbarazzo.
Ricordo il giorno del mio matrimonio,
l’abito bianco di seta ed organza,
nessuna marcia nuziale,
soltanto il mio tacito requiem
e immenso cordoglio.
Pioggia d’aprile,
sui litorali, desolate
si adagiano
le imbarcazioni dei pescatori.
Pioggia d’aprile,
dalle finestre donne operose
raccolgono
i panni, stesi ad asciugare.
La tanto attesa, calda, stagione
sembra quasi che voglia farsi aspettare…
Nei lunghi e sconfinati inverni,
dolenti e gelidi,
ho simulato un invidiabile
benessere.
Nei lunghi e tormentati inverni,
che adesso volgono al termine,
è stata estranea troppe volte
quella salubre autoironia.
Pioggia d’aprile,
dolci fragranze s’inseguono
e poi si disperdono
lungo il pontile e tra i mandorli in fiore.
La tanto attesa, calda, stagione
sembra quasi che voglia farsi aspettare…
Nei lunghi e sconfinati inverni,
dolenti e gelidi,
ho simulato un invidiabile
benessere.
Nei lunghi e tormentati inverni,
che adesso volgono al termine,
è stata estranea troppe volte
la consuetudine
di sorridere…
Nei lunghi e sconfinati inverni,
dolenti e gelidi,
ho simulato un invidiabile
benessere.
Nei lunghi e sconfinati inverni,
dolenti e gelidi,
ho simulato un invidiabile
benessere.
Carissimo signor Tentenna non è facile
assumersi il rischio di una scelta
servirsi addirittura di parole proprie
mimetizzarsi e vivere di luce riflessa
infondo ad acque torbide
tra miseri inganni e menzogne
complessi di inferiorità e
ingombranti manie di grandezza
Signor Tentenna non è motivo di vergogna
il non saper centrare alcun bersaglio
l’aver mancato l’ennesimo colpo irrimediabilmente
e ben poco importa se
tua moglie non fa altro che piangere
ossessionata dal sentore dei tuoi numerosi tradimenti
ingurgita ignoti dolori ed elevate dosi di calmanti
E’ ormai consuetudine, signor Tentenna
perdersi d’animo
non essere all’altezza delle proprie ambizioni
e sgomitare per distinguersi dal branco.
Le ignoranze non trascurabili e il complesso,
una voragine,
la si può occultare nel silenzio
scansando il pericolo di un mite confronto diretto
Signor Tentenna non è motivo di vergogna
il non poter vantare alcun talento
l’aver rincorso l’ennesimo treno inutilmente
e ben poco importa se
tua moglie non fa altro che piangere
ossessionata dal sentore dei tuoi numerosi tradimenti
e infondo non ha tutti i torti
E non è affatto un caso se
amanti, amici e sogni si dileguano
il cane sul balcone aspetta da mesi
il privilegio di una passeggiata eppure
la sera fedelmente esulta al tuo rientro
E ben poco importa se
tua moglie non fa altro che piangere
ossessionata dal sentore dei tuoi numerosi tradimenti
e infondo non ha tutti i torti
E non è affatto un caso se
amanti, amici e sogni si dileguano
il cane sul balcone aspetta da mesi
il privilegio di una carezza
e intanto tua figlia ti chiede
perché mai sia così misera la vita
Guardami negli occhi
Spogliati da ogni falsità
Quell’aura di purezza tradisce diaboliche anomalie
E sai di cosa sto parlando
di cosa ho bisogno
Eppure avrai il coraggio di chiamare l’evidenza casualità
Bramosia e doppiezza complottano con la più efferata crudeltà
E sai di cosa sto parlando
E che mentire non è il rimedio ad un torto
Piangerai mettendo in scena l’ennesimo dramma
mentre le lacrime corrono sulle tue guance infuocate,
Eva
e giurerai su Dio e su tua madre di non aver colpa
mentre le lacrime corrono
Guardami negli occhi, spogliati da ogni falsità,
Eva
Quell’aura di purezza nasconde diaboliche anomalie
E fuggi quel mostro immondo che hai creato
Quel sonno che non concede riposo
Piangerai mettendo in scena l’ennesimo dramma
Mentre le lacrime corrono sulle tue guance infuocate,
Eva
E giurerai su Dio e su tua madre di non aver colpa
Mentre le lacrime bagnano la tua camicia di seta.
Credetemi è un sortilegio
è l’opera di un incantesimo
non ero padrona delle mie facoltà
E piangerai mettendo in scena l’ennesimo dramma
Mentre le lacrime corrono sulle tue guance infuocate,
Eva
e giurerai su Dio e su tua madre di non aver colpa
Mentre le lacrime corrono
Amore mio non sempre tutto volge per il verso giusto
Ma non è soltanto a causa del maltempo
se il raccolto è andato perso
Ed è buffo come a volte il tempo scorra meglio del previsto
Un panico incombente ci costringe
ad addomesticare un fervido sorriso
un benessere improvviso
È forse una remota speranza, la felicità
Godersi il sole in dicembre
Non molto lontano da qui nevica
Non molto lontano da qui
La gente escogita affannose corse
In preda all’ansia di tornare al punto di partenza
E dimentica il peso della posta in gioco
E il come quando mentre fuori piove.
Amore mio non è una colpa
Il non saper gestire la gioia
E il fatto di trovarsi a proprio agio
nel dolore e nella rassegnazione
Ed è naturale come a volte ci forziamo d’ignorare
Il gemito costante delle nostre reali inclinazioni
Il margine di errore, di un’incessante sottrazione
È forse una remota speranza, la felicità
Godersi il sole in dicembre
Non molto lontano da qui nevica
Non molto lontano da qui
La gente ostenta oscure stravaganze
in preda all’ansia di stupire
E indossa le sue maschere
E dimentica da qualche parte
quella del coraggio nel momento del rilancio.
Non molto lontano da qui nevica
Non molto lontano da qui nevica
Già natale il tempo vola,
l'incalzare di un treno in corsa,
sui vetri e lampadari accesi
nelle stanze dei ricordi,
ho indossato una faccia nuova,
su un vestito da cerimonia
ed ho sepolto il desiderio
intrepido di averti affianco,
Allo specchio c'è un altra donna,
nel cui sguardo non v'è paura
com'è preziosa la tua assenza
in questa beata ricorrenza,
ad oriente il giorno scalpita non tarderà..
Guarda
l'alba che ci insegna a sorridere,
quasisembra che ci inviti a rinascere,
tutto inzia, invecchia,
cambia forma,
l'amore tutto si trasforma, l'umore di un sogno col tempo
si dimentica..
Già natale il tempo vola,
tutti a tavola che si fredda,
mio padre con la barba finta
ed un cappello rosso in testa
ed irrompe impetuosa la vita,
nell'urgenza di prospettiva
Già vedo gli occhi di mio figlio
e i suoi giocattoli per casa,
ad oriente il giorno scalpita,
la notte depone armi e oscurità..
Guarda
l'alba che ci insegna a sorridere,
quasi
sembra che ci inviti a rinascere,
tutto inizia,
invecchia,
cambia forma,
l'amore tutto si trasforma,
persino il dolore più atroce
si addomestica,
tutto inizia, invecchia,
cambia forma,
l'amore tutto si trasforma,
nel chiudersi un fiore al tramonto
si rigenera..
Ah ah...
Cercasi avvenente
signorina ben fornita intraprendente.
Giovane brillante
ma più di ogni altra cosa dolce e consenziente
Cercasi apprendista
virtuoso onesto imprenditore garantista
offre a donzelle in carriera
un'oppurtinità di ascesa inaudita
donna giovane illibata AAA CERCASI
donna usata già rodata AAA CERCASI
donna sicula o padana, oriunda clandestina
aaah vediamo come balli a suon di samba o cha cha cha
a colpo d'occhio sei portata e molto telegenica
ma forse ti interessa più la musica
Cercasi badante
un ottantenne miliardario affascinante
offre a cagne di strada
un' opportunità di vita più agiata
donna ipenitente e ladra AAA CERCASI
donna santa e incesurata AAA CERCASI
deceduta il giorno prima basta che sia bona
aaah come baceresti se dovessi fare cinema
scena prima ciak motore azione poi si gira
o forse ti interessa la politica
aaah ministro degli affari a luci rosse o di cosmetica
al giorno d'oggi tra i due sessi non vi è differenza
il bel paese premia chi più merita
come cantaresti anima mia o finchè la barca va
al primo ascolto sembri assai portata per la lirica
o forse ti interessa l'astrofisica...
Sai benissimo che una goccia inonda il cielo
è così piccolo il mondo che ci osserva
sai benissimo che non chiedo tanto adesso
è così limpido il mare che ci ascolta che ci addormenta
(A) vorrei tentare
vorrei offrirti le mie mani
vorrei tentare
vorrei difendere questo momento
(B) e penso di sentirmi confusa e felice
e penso di sentirmi confusa e felice
e penso di sentirmi…
Ah… ah… ah… ah…
sai benissimo che sto tremando e non c'è freddo
e sono vittima di questa gioia immensa
sai benissimo che nulla può scalfirci adesso
è così fragile il mondo che ci aspetta, che ci spaventa
(A)………
io vorrei tentare ancora
vorrei difendere questo momento
(B)………
confusa e felice
confusa e felice
confusa e felice
sai benissimo che una goccia inonda il cielo
è così piccolo il mondo che ci osserva
Adesso che ho sangue infetto
nessuno vorrà più leccare le mie ferite
ed ho trovato tutto l'oro del mondo
nelle mie tasche, non è stupendo
ho superato anche l'inverno
ed ho pregato a lungo
ho superato anche l'inverno
ed ho cantato…
Adesso che ho tanto freddo
potrò contare nel caldo abbraccio di due coperte
ed ho trovato tutto il vuoto del mondo
in una carezza di compassione
ho superato anche l'inverno
ed ho pregato a lungo
ho superato anche l'inverno
ed ho cantato a lungo…
(A) e non sono per niente stanca
e non sono per niente stanca
e non sono per niente stanca
e non sono per niente stanca
Adesso che sto in questo inferno
angeli, amici e fratelli hanno preso il volo
ed ho trovato tutto il vuoto del mondo
nelle tue tasche, nei tuoi rimorsi
ho superato anche l'inverno
ed ho pregato a lungo
ho superato anche l'inverno
ed ho cantato a lungo…
(A)(x2)………
adesso che ho perso tutto
L'ho incontrata diverse volte piuttosto ubriaca
la chiamavano contessa miseria
per la sua aridità
era disperatamente sola
alle porte dei sessanta
tristemente avvolta da vistose piume di struzzo e volgari ferraglie
sul muro della sua casa la scritta
contessa miseria
la vita prima o poi
estingue il suo debito
contessa miseria
la vita prima o poi colpisce a sorpresa
Nei suoi occhi il terrore costante del tempo che passa
ed avrebbe dato qualunque cosa per un elisir
di lunga vita
era disperatamente sola
alle porte dei sessanta
dolcemente assorta tra gloriosi ricordi impregnati di ciprie e di rien ne va plus
contessa miseria
la vita prima o poi
estiunge il suo debito
contessa miseria
la vita prima o poi colpisce a sorpresa
senza chiedere
senza preavviso
contessa miseria
la mente ibernata a vent'anni
vittima dell'inganno di questo secolo
che rincorre il mito di forme avvenenti
e di chirurgia estetica
contessa miseria
la mente non cambia
contessa miseria
la mente non cambia
contessa miseria
la mente non cambia
contessa miseria
la mente non cambia
Forse non riuscirò a darti il meglio
più volte hai trovato i miei sforzi inutili
forse non riuscirò a darti il meglio
più volte hai trovato i miei gesti ridicoli
(A) come se non bastasse
l'aver rinunciato a me stessa
come se non bastasse
tutta la forza del mio amore…
(B) e non ho fatto altro che sentirmi sbagliata
ed ho cambiato tutto di me
perché non ero abbastanza
ed ho capito soltanto adesso che avevi… paura
forse non riuscirò a darti il meglio
ma ho fatto i miei conti ed ho scoperto che non possiedo di più
(A)………
e non ho fatto altro che sentirmi sbagliata
ed ho cambiato tutto di me
perché non ero abbastanza
ed ho capito soltanto adesso
(B)………
Non hai mai sentito dire
che la bellezza delle cose ama
nascondersi
ed è forte quello che ho dentro
distante dalla mediocrità
ho rischiato di perdere tutto per non... subirla
Non hai mai sentito dire
che la bellezza delle cose ama
sorprenderti
ed è forte quello che ho dentro
distante dalla mediocrità
ho bendato i miei occhi da tempo per non... vederla
ed avrei voluto trovarmi tra le tue parole più belle
raccogliere un brivido dai tuoi sguardi
ed avrei voluto trovarmi tra le tue risposte distratte
Abbiamo vagato a lungo in quei discorsi preziosi e contorti
senza concludere
ed è forte quello che ho dentro
distante dalla mediocrità
ho inseguito il rumore assordante per non... sentirla
ed avrei voluto trovarmi tra le tue parole più belle
raccogliere un brivido dai tuoi sguardi
ed avrei voluto trovarmi tra le tue risposte distratte
non hai mai sentito dire
che la bellezza delle cose ama nascondersi
Maria Catena attendeva paziente il turno per la comunione
Quella domenica Cristo in croce sembrava più addolorato di altri giorni
il vecchio prelato assolveva quel gregge
da più di vent’anni dai soliti peccati
Cristo in croce sembrava alquanto avvilito
dai vizietti di provincia
Primo fra tutti il ricorso sfrenato
al pettegolezzo imburrato infornato e mangiato
quale prelibatezza e meschina delizia per palati volgari
larghe bocche d’amianto fetide come acque stagnanti
Cristo in croce sembrava
più infastidito dalle infamie che dai chiodi
Maria Catena anche tu
conosci quel nodo che stringe la gola
Quel pianto strozzato da rabbia e amarezza
da colpe che infondo non hai
e stai ancora scontando l’ingiusta condanna
nel triste girone della maldicenza
e ti chiedi se più che un dispetto il tuo nome
sia stato un presagio
Maria Catena non seppe reagire
Al rifiuto del parroco di darle l’ostia
E soffocò nel dolore quel mancato amen
E l’umiliazione
Secondo un antico proverbio
ogni menzogna alla lunga diventa verità
Cristo in croce mostrava
un sorriso indulgente e quasi incredulo
Maria Catena anche tu
conosci quel nodo che stringe la gola
Quel pianto strozzato da rabbia e amarezza
Da colpe che infondo non hai
E stai ancora scontando l’ingiusta condanna
Nel triste girone della maldicenza
E stai ancora scontando l’ingiusta condanna
Nel triste girone della maldicenza
E ti chiedi se più che un dispetto
il tuo nome sia stato un presagio
Guardo una foto di mia madre
era felice avrà avuto tre anni
stringeva al petto una bambola
il regalo più ambito.
Era la festa del suo compleanno
un bianco e nero sbiadito.
Guardo mia madre a quei tempi e rivedo
il mio stesso sorriso.
E pensare a quante volte l'ho sentita lontana
e pensare a quante volte…
Le avrei voluto parlare di me chiederle almeno il perché
dei lunghi ed ostili silenzi e momenti di noncuranza
puntualmente
mi dimostravo inflessibile inaccessibile e fiera
intimamente agguerrita temendo una sciocca rivalità.
Guardo una foto di mia madre
era felice avrà avuto vent'anni
capelli raccolti in un foulard di seta
ed una espressione svanita.
Nitido scorcio degli anni sessanta
di una raggiante Catania
la scruto per filo e per segno e ritrovo
il mio stesso sguardo.
E pensare a quante volte l'ho sentita lontana
e pensare a quante volte…
Le avrei voluto parlare di me chiederle almeno il perché
dei lunghi ed ostili silenzi e di quella arbitraria indolenza
puntualmente
mi dimostravo inflessibile inaccessibile e fiera
intimamente agguerrita temendo l'innata rivalità.
Le avrei voluto parlare di me chiederle almeno il perché…
Le avrei voluto parlare di me chiederle almeno il perché…
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Photo: Paolo Leone
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